giovedì 4 ottobre 2012

Caso Reggio, da Roma arrivano solo brutte notizie


Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri impone lo stop per 10 anni ai sindaci che hanno provocato il dissesto economico. La norma vale anche per i presidenti di Province mentre la Corte dei conti effettuerà «controlli preventivi trimestrali».
Paventavano, Scopelliti e Arena, la possibilità che dal Consiglio dei ministri potessero arrivare cattive notizie. E, per un verso, avevano ragione di farlo. Nel senso che il governo non ha trattato giovedì la questione dello scioglimento del consiglio comunale di Reggio per infiltrazioni mafiose (non era assolutamente previsto che lo facesse) e tuttavia ha ugualmente messo in cantiere decisioni che potrebbero avere effetti devastanti su certi modi di gestire gli enti locali.
Infatti, l'Ansa ha messo in rete una serie di anticipazioni sulle decisioni che il governo Monti sta per prendere per moralizzare e rimettere sotto controllo l'allegra gestione delle casse negli enti periferici. La decisione che il governo intende prendere viene così sintetizzata: «Sindaci e presidenti di provincia che hanno contribuito al dissesto finanziario non sono candidabili per un periodo di dieci anni a numerose cariche tra cui quelle nelle giunte e nei consigli e nel Parlamento». E giacché si trova, l'Ansa, riportando ampi stralci della «bozza di decreto legge sui costi della politica e di cui l'Ansa è in possesso», aggiunge che sono in arrivo anche “pesanti sanzioni”.
E vediamo quali sono questi provvedimenti che tolgono il sonno a chi ha gestito in allegria i soldi pubblici: «Gli amministratori che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo».
C'è quanto basta perché fischino le orecchie non solo al governatore Scopelliti ma anche a qualche assessore regionale che con lui ha realizzato il “modello Reggio”. Poi la bozza di decreto legge, secondo l'Ansa, aggiunge: «Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale nè alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione dovuta al momento di commissione della violazione».
Nello schema di decreto anche importanti misure sul controllo delle spese delle Regioni. Secondo la bozza, la Corte dei conti effettuerà il «controllo preventivo di legittimità» sulle loro spese, compreso «il Piano sanitario regionale ed il piano di riparto delle risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario regionale» e potrà avvalersi della Guardia di Finanza.
E sì, ormai da Roma arrivano solo brutte notizie.