venerdì 7 settembre 2012

Tre comuni sotto esame antimafia. Taurianova, S. Calogero e Gerocarne.

I prefetti di Reggio Calabria e Vibo Valentia, Vittorio Piscitelli e Michele Di Bari, hanno disposto l'accesso agli atti in tre comuni per verificare se nello svolgimento dell'attività amministrativa vi sia stato o meno un condizionamento della 'ndrangheta.
Crescono i comuni in cui le prefetture raffisano rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata. Nella sola giornata di ieri, infatti, tre enti, uno in provincia di Reggio Calabria e due in provincia di Vibo Valentia, hanno ricevuto la visita di una commissione di accesso agli atti che si è insediata nei rispettivi munipici e che nei corsi dei prossimi tre mesi, cos' come prescritto dalla normativa vigente, dovrà acclarare se l'attività amministrativa risulta essere stata viziata da un condizionamento da parte della 'ndrangheta e conseguentemente relazionare al prefetto in vista o dell'archiviazione del caso o della richiesta di scioglimento, e sia ben chiaro che la stragrande maggioranza degli esiti è quello della richiesta di scioglimento del civico consesso. Tornando alla cronaca il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, su delega e autorizzazione del Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha disposto l'insediamento della commissione di accesso antimafia nel Comune di Taurianova. Conseguentemente stamattina nel Comune si è insediata la Commissione d’accesso, presieduta dal viceprefetto Francesca Crea, per effettuare una ricognizione sull'attività del Comune ed accertare eventuali infiltrazioni da parte della 'ndrangheta. Il sindaco, Domenico Romeo, nei mesi scorsi aveva subito alcune intimidazioni. Il consiglio comunale di Taurianova vanta un triste record è stato, infatti, sciolto per infiltrazioni mafiose nel '91 quando fu il primo caso di applicazione della normativa che prevedeva la sospensione degli amministratori sospettati di collusioni mafiose e poi ancora una volta nel 2009, a questo punto rischia un altro commissariamento a seguito delle risultanze dei lavori della commissione di accesso nominata da Piscitelli. Domenico Romeo, in carica ai tempi del commissariamento del 2009, è stato rieletto lo scorso anno. La legge che prevede il commissariamento per i comuni a rischio di infiltrazione mafiosa, come detto, risale al 1991 e fu proprio il caso di Taurianova, centro della piana di Gioia Tauro insanguinato da una faida decennale, a determinarne il varo. Il sindaco Romeo fu eletto nel maggio 2011 con il sostegno dell’Udc e di liste di centro-destra. Taurianova balzò agli onori delle cronache anche «perchè era considerata feudo di Ciccio Macrì, detto «Ciccio Mazzetta», già assessore provinciale, discusso presidente dell’allora unità sanitaria locale, in quota Dc, vero dominus della politica cittadina e detentore di un congruo pacchetto di voti grazie – era l’accusa – al suo potere clientelare. In carica all’epoca del primo scioglimento era la sorella Olga».
Le altre due commissioni di accesso sono state, invece, disposte dal prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, il quale ha proceduto all'invio dei due gruppi di indagine nei comuni di Gerocarne, attualmente governata da un commissario prefettizio, Anna Maria Colosimo, dopo che il sindaco Sebastiano Rocco Catania si era dimesso lo scorso 13 marzo a seguito di problemi di natura medica. A guidare la commissione sarà il viceprefetto Emanuele Greco coadiuvato dal vice questore aggiunto Angelo Daraio e dal commissario Domenico Avallone. A questo punto, in caso dovesse essere disposto un commissariamento dell'ente per infiltrazioni mafiose potrebbero saltare le elezioni previste per la prossima primavera.
Il terzo comune sottoposto ad indagine è ancora una volta nella provincia di Vibo Valentia, si tratta del comune di San Calogero, attualmente guidato dal sindaco Nicola Brosio, che questa mattina ha accolto i commissari che per i prossimi tre mesi studieranno gli atti dell'ente per verificare l'eventuale presenza di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.
Per i tre comuni a questo punto si apre un periodo di tre mesi durante il quale la commissione d'accesso agli atti analizzerà non solo gli atti pubblici prodotti dagli organi esecutivo (giunta) e legislativo (consiglio) del comune ma anche la possibile ingeranza che la criminalità organizzata potrebbe aver esercitato in relazione allo stesso indirizzo politico amministrativo perseguito in questi anni. Il mandato della commissione potraà essere prorogato una sola volta di altri tre mesi al termine dei quali i rispettivi comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica delle due province presieduti dai prefetti decideranno se procedere allo scioglimento o meno delle assemblee cittadine. In caso di scioglimento il periodo di commissariamento sotto la guida di tre commissari di nomina governativa potrà protrarsi da un minimo di 18 ad un massimo di 24 mesi al termine dei quali il principio democratico sarà ripristinato con l'elezione dei nuovi consigli comunali.