martedì 18 settembre 2012

Laratta e Guccione presentano un esposto in Procura sulle condizioni dell'ospedale di Rossano

Il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione e il deputato dello stesso partito, Franco Laratta, si sono recati stamani alla Procura di Rossano e hanno consegnato nelle mani del procuratore Leonardo Leone De Castris un esposto-denuncia in cui evidenziano la grave situazione creatasi all'ospedale Giannettasio di Rossano «affinché - si legge nel documento - siano individuate, ravvisate e perseguite le violazioni di legge e le lesioni del diritto costituzionale alla tutela della salute che possono configurare anche fattispecie di penale responsabilità». Dopo, i due esponenti del Pd hanno tenuto una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il capogruppo al Comune Carlo Micciullo, il consigliere comunale Teodoro Calabrò, il consigliere provinciale Giuseppe Ranù e l'assessore provinciale ai Trasporti Giovanni Forciniti.
Guccione e Laratta, è scritto in una nota, «si sono particolarmente soffermati sulla gravissima carenza di posti-letto e sulla situazione disumana del pronto soccorso del presidio ospedaliero rossanese». «L'assegnazione dei posti-letto per acuti all'ospedale di Rossano - hanno detto - è assolutamente inadeguata alle necessità della popolazione residente ed assistita che, secondo i parametri di legge, dovrebbe contare su una dotazione effettiva di 445 posti letto (194 in meno di quelli assegnati dal Dpgr 18/2010 che ne prevede 251 e 190 in meno di quelli assegnati dal Dpgr 104/2012 che ne prevede 255). Abbiamo deciso di rivolgerci alla Procura dopo aver registrato la totale indifferenza degli organi istituzionali di fronte alle ripetute e circostanziate sollecitazioni piu' volte rivolte al presidente della Regione ed alla giunta sia nelle sedi istituzionali che attraverso gli organi di informazione. Un'inerzia colpevole che è diventata omissione ed abuso rispetto alle formali censure rivolte ai preposti al Servizio sanitario regionale dal "Tavolo Massicci" e dal "Comitato per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza" i quali, tra le tante criticità, hanno evidenziato che "alcune strutture hanno un numero di posti letto eccessivamente esiguo" nonché "la non corrispondenza tra posti letto individuati nel fabbisogno e quelli assegnati" (con particolare riferimento proprio al comparto Rossano/Corigliano). Ad oggi nessuno degli adempimenti richiesti dai due organismi per riportare la situazione alla normalità è stato realizzato, mentre la popolazione continua ad essere esposta ai pericoli derivanti da queste gravissime omissioni».
«Per quanto riguarda il pronto soccorso - hanno aggiunto - siamo di fronte ad una situazione da terzo mondo. Nonostante l'abnegazione e la straordinaria volontà, il personale non riesce più ad assicurare la sicurezza delle prestazioni. Mentre Scopelliti e soci si autocelebrano per gli obiettivi raggiunti, in questa struttura sono attivi solo cinque posti-letto occupati da 12 pazienti più i parenti, i locali sono senza ricambio d'aria, i servizi igienici sono impraticabili e il sistema di ventilazione è totalmente inadeguato. In questo ultimo periodo, dopo la dismissione dei nosocomi di Trebisacce e Cariati, il numero degli utenti è ulteriormente aumentato. Le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti: caos al pronto soccorso e allo sportello ticket, reparti sovraffollati e personale costretto a turni massacranti. Una situazione gravissima che ha messo in ginocchio l'intero sistema sanitario locale e che ha indotto gli abitanti, esausti per i numerosi disagi, a chiedere un immediato intervento ai massimi vertici aziendali per trovare una rapida soluzione. I numerosi appelli lanciati al Commissario straordinario dell'Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli per iniziative finalizzate a superare l'emergenza sono, pero', caduti nel vuoto. Il personale è allo stremo: con ferie ridotte a 5 giorni in estate, un medico e un infermiere per turno al pronto soccorso. C'è chi ha atteso fino a tre giorni su una barella prima di essere ricoverato. I pazienti vengono trattati come "pacchi" e trasferiti a San Giovanni in Fiore (dove però trovano solo un "parcheggio", essendo anche questo ospedale in fortissimo ridimensionamento) o, addirittura, in Puglia. Trasferiti in ambulanze (vecchie, con 400mila-500 mila km) e senza, talvolta, nemmeno un medico a bordo. Si sarebbe toccato il fondo quando si è fatto accomodare un paziente anziano nel bagno visto che in reparto non c'erano più nemmeno posti in piedi. Una situazione drammatica che qualche giorno fa ha indotto il medico di turno al pronto soccorso a chiamare la polizia ed a sporgere formale denuncia alla Procura». «Considerata la drammaticità della situazione e l'inerzia insopportabile e gravemente colpevole dei massimi organi istituzionali - hanno concluso Guccione e Laratta - riteniamo che tutto ciò meriti un urgente approfondimento della magistratura, affinché siano accertate le responsabilità, le omissioni colpevoli e l'inerzia irresponsabile dei vertici istituzionali. Andare avanti così è davvero impossibile. In gioco c'è la salute e la sicurezza dei cittadini di un ampio territorio, che si vedono quotidianamente negati i più elementari e fondamentali presidi di assistenza sanitaria e la garanzia costituzionale della tutela del diritto alla salute».