mercoledì 19 settembre 2012

Delle Chiaie-Curcio, a Cosenza due giorni da brivido

Dopo le polemiche per la presenza dell'ex militante di estrema destra a Catanzaro, anche il capoluogo bruzio si prepara a ospitarlo. E il giorno prima c'è il fondatore delle Br.
Possibile che nell'era dei tecnici e dell'antipolitica due feticci dell'ultra Destra e dell'estrema Sinistra di quasi mezzo secolo fa siano gli unici a riaccendere i furori dell'appartenenza? Stefano Delle Chiaie e Renato Curcio, protagonisti della lotta armata e della militanza eversiva, saranno in Calabria nella veste di scrittori o editori. In realtà, Delle Chiaie già venerdì scorso è passato da Catanzaro, dov'era ospite di un appuntamento organizzato dall'associazione Furor nella sala consiliare della Provincia per presentare il suo libro "L'aquila e il condor", incentrato sugli anni di piombo visti con gli occhi di un protagonista: dalla strage di piazza Fontana a quella di Bologna passando per il golpe Borghese (passaggi storici per i quali l'esponente di estrema destra è stato indagato e poi assolto). Una vicenda che ha stuzzicato l'interesse del Manifesto, che oggi si occupa della tappa catanzarese del settantaseienne, aggiungendo che «nel mirino dei contestatori finisce anche il direttore di Pubblico (Luca Telese, ndr), autore della postfazione del libro».
Ma è la location, più che la presenza di Delle Chiaie in sé, a fare indignare i partigiani («Stendiamo un velo pietoso su alcuni partecipanti – ha scritto il presidente provinciale dell'Anpi Mario Vallone –. Il fatto grave sono le "Lezioni di Storia" della presidente della Provincia Wanda Ferro, rappresentante fino a prova contraria di un’istituzione democratica che lei può presiedere grazie alla lotta dei Partigiani che hanno liberato l’Italia dalla dittatura fascista») e controbattere La Destra: non prima di «stigmatizzare ancora una volta le reazioni scomposte di presunti “partigiani” e “sindacalisti all’arrembaggio”», il componente del direttivo provinciale Domenico Furgiuele parla di una «replica isterica di questi uomini di “sinistra”» che a suo dire «testimonia la mancanza di “serenità” da parte di chi perpetra la volontà di mistificare un evento culturale con accuse ridicole. Stefano Delle Chiaie, che non ha bisogno di alcuna difesa d’ufficio, accusato gratuitamente da Rifondazione Comunista e Cgil, nella sua vita può essere considerato più una vittima che carnefice, come testimoniano le sentenze e quindi i fatti. Il libro è la descrizione di dinamiche che animarono gli anni di una gioventù che aveva valori ed ideali troppo socialmente validi, per essere lasciati liberi ed incontaminati dalla volontà oppressiva di uno Stato che si apprestava ad attuare la “strategia della tensione”. Per noi De La Destra – conclude Furgiuele –, non si è trattato della rivisitazione del Fascismo e dei campi di concentramento, forse più rimpianti da coloro che a sinistra li nominano continuamente ed ossessivamente, né tantomeno questa iniziativa ha infangato l’onorabilità di “Palazzo Di Vetro”, la cui rispettabilità è stata avvalorata dalla presidente Ferro, che ha dimostrato coraggio nel partecipare ad una manifestazione intellettuale, dando voce a quanti provengono da una storia capace di svelare verità diverse da quelle “improrogabilmente ufficiali”».

In contatto con il gran maestro Licio Gelli, il fondatore di Avanguardia nazionale è stato definito e ritenuto a lungo l’“uomo nero” della Calabria a cavallo tra anni 60 e 70, anni in cui eversione di destra e massoneria deviata incrociarono la strada della 'ndrangheta. Il suo nome ricorre in molte delle pagine oscure del terrorismo italiano oltre che in molte delle vicende più controverse del Paese, ma anche in attività paramilitari in Sudamerica. Quella di questi giorni non è certo la sua prima presenza in Calabria, tutt'altro: l'ultima, prima della tappa catanzarese, è stata meno di un mese fa a Tropea, anche qui per la presentazione del suo nuovo libro. Delle Chiaie in quell'occasione si è sfiorato con il governatore Scopelliti, il cui ritardo nel liberargli la piazzetta teatro di un dibattito sul mare sporco ha anche fatto risalire qualche miasma di razzismo sul portale “di area” che riportava l'evento: «Non è un caso che il simbolo di Avanguardia Nazionale fosse una runa teutonica e non la 'nduja!», si leggeva in un commento non proprio carino nei confronti della Calabria.
A Catanzaro, venerdì scorso Delle Chiaie ha rapito l'attenzione di «camerati» e no: «Spesso – ha detto tra le altre cose – la moderazione ha chiamato estremismo la coerenza». Wanda Ferro, coordinatrice provinciale del Pdl oltre che presidente della Provincia, ha chiosato che «le verità processuali appartengono ai tribunali, la storia che si va ad affermare non è come quella scritta nell’ultimo dopoguerra, quando si nascondevano le foibe e le vittime del triangolo rosso, perché ad una chiara manipolazione della verità storica si pone rimedio quando sopravviene il coraggio di testimoniare. Una storia invece controversa lascia sempre spazio alla fantasia delle tesi contrapposte, e pur se interpretata con la maggiore obiettività, finisce sempre nell’alveo della generale confusione. Sulla lettura della nostra storia non possono esserci fronti contrapposti: per questo invito tutti, soprattutto i più giovani, ad approfondire ed alimentare la propria mente con questo libro a metà strada tra la storia e l’attualità». Le cronache raccontano della presenza di dell’avvocato catanzarese Saverio Loiero (nessun legame di parentela con l’ex governatore Agazio), già sindaco di Simeri Crichi – da poco consulente del presidente Scopelliti – e di Giorgio Alfieri, militante di sinistra che ha elogiato quelle azioni «che solo un rivoluzionario può fare» e definito il libro «la vera storia di quegli anni».

Cronache di una pacificazione che – nella Cosenza teatro di scontri negli anni 70 e 80 e di un attivismo di sinistra che solo l'operazione no global di dieci anni fa sembrò ridimensionare – lo scorso 1° ottobre era stata sigillata da un'immagine: i vessilli con cui la destra al governo ha pavesato il Palazzo comunale dove da pochi mesi si era insediato Mario Occhiuto, primo sindaco di centrodestra nella storia repubblicana bruzia. Un'impresa che non era riuscita, nel decennio precedente, al missino Gabriele Limido e alla sua esigua pattuglia, costretti dall'allora sindaco socialista Giacomo Mancini a guardare il Comune col cannocchiale. Letteralmente.
Ora, quasi a festeggiare il primo anniversario della marcia degli Scopelliti boys su Cosenza, l'evento di venerdì 28 settembre col quale Delle Chiaie replicherà le presentazioni di Tropea e Catanzaro: appuntamento alle 17,30 nella sala Coni di piazza Matteotti (ex stazione ferroviaria). Una curiosità: il “pericolo rosso” ha forse suggerito agli organizzatori la damnatio memoriae di Telese, il cui nome è stato tagliato dalla copertina che segnala l'evento su facebook. Una pagina che raccoglie le adesioni e fa da contenitore di reducismi («E la fiamma si alza ancora dentro me...» commenta uno dei 90 membri), facendo montare l'attesa senza particolari boicottaggi o proteste dell'“altra metà del web”.
Uno sdegno che non tocca neppure – a parti invertite – l'evento organizzato ad appena 50 metri da lì, ma fortunatamente il giorno prima: giovedì 27, infatti, alle 18 la sala capitolare del Convento di San Domenico ospiterà Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate Rosse.
Scarcerato nell'ottobre del 1998 (4 anni prima della scadenza della pena dopo 24 passati in cella a seguito di una condanna a trent'anni), Curcio – come già aveva fatto al liceo classico “Telesio” e al centro sociale Gramna nel 1995 – presenterà al pubblico le attività di Sensibili alle Foglie, casa editrice-cooperativa da lui fondata nel 1990 con Stefano Petrelli e Nicola Valentino e di cui è attuale direttore editoriale. L'ex brigatista, che il 23 compirà 71 anni, è tra gli ospiti della presentazione di “Qelippoth”, una storia ambientata nella prima metà del ventesimo secolo, tra il sud della Francia, l'America e la Germania nazista, che narra del conflitto tra Bene e Male. L'autore, Giuseppe Donato, è docente della Facoltà di Medicina dell'Università "Magna Grecia" di Catanzaro. Al dibattito parteciperanno l'ex sindaco Eva Catizone, presidente di AssoAngelina (associazione socioculturale nata in ricordo di Angelina Mauro) e il giornalista e insegnante Claudio Dionesalvi.
L'assenza di polemiche – nella città dove per anni la destra del forza-nuovista Roberto Fiore non poteva mettere piede causa presìdi antifascisti cui seguivano puntualmente tafferugli anche violenti – è forse dovuta al fatto che tra i cosentini che apriranno la porta della città a Curcio ci sarà anche il sindaco Occhiuto. Lo stesso che un anno fa aprì altre porte (quelle del Municipio) ai post-fascisti. Forse, a differenza che nel capoluogo, a Cosenza tanto poterono i tecnici e l'anti-politica. O il disimpegno. Almeno finora.